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giovedì 19 novembre 2009

Piscina Mompiano, «la città è la prima danneggiata»

19/11/2009
Giornale di Brescia

Anche Brescia Mobilità interviene sulla vicenda dei lavori contesi e dell’ultima sentenza del Consiglio di Stato


Sulla vicenda della piscina di Mompiano i primi danneggiati sono Brescia Mobilità e la città». A sottolinearlo è la stessa azienda titolare dei lavori del metrobus (nel cui ambito rientra l’intervento per il nuovo impianto natatorio) dopo che il Consiglio di Stato ha stabilito che la ditta che sta oggi eseguendo i lavori (la Edilfrair dell’Aquila) non era ammissibile e che la bresciana Bianchetti è stata esclusa illecitamente.
Brescia Mobilità tiene a ripercorrere la cronistoria dell’intera vicenda. «In data 12 dicembre 2007 Brescia Mobilità indiceva la gara d’appalto e il primo febbraio 2008 i lavori venivano provvisoriamente assegnati alla Edilfrair Costruzioni. A seguito della successiva verifica della documentazione si evinceva, a carico della Edilfrair, l’insussistenza di un requisito fondamentale per la partecipazione alla gara; pertanto Brescia Mobilità il 7 aprile 2008 annullava l’aggiudicazione e assegnava provvisoriamente l’esecuzione dei lavori alla Bianchetti, seconda classificata».
A seguito di ciò, Edilfrair presentava ricorso al Tar di Brescia ma il ricorso veniva rigettato con sentenza il 20 giugno 2008, che confermava quindi la legittimità degli atti di Brescia Mobilità.
Contro questa sentenza però Edilfrair presentava ricorso al Consiglio di Stato, chiedendone l’annullamento. La domanda veniva accolta con ordinanza del 29 luglio 2008, che portava Brescia Mobilità a comunicare il primo agosto alla Bianchetti la sospensione dei lavori. Il 9 gennaio 2009 l’appello dell’Edilfrair veniva quindi discusso nel merito e accolto dal Consiglio di Stato e Brescia Mobilità, preso atto di tale decisione, affidava i lavori alla Edilfrair.
Finita? Per nulla. «A seguito di ricorso da parte della Bianchetti, che riteneva errata la sentenza del Consiglio di Stato, quest’ultimo revocava la propria ultima sentenza confermando così l’originario provvedimento Tar e la piena legittimità degli atti di Brescia Mobilità. L’operato di Brescia Mobilità è risultato perfettamente legittimo fin dal’inizio: essa stessa è dunque la prima vittima dell’errore in cui è incorso il Consiglio di Stato, così come vittima è anche la città, che ha visto ritardare oltremisura l’esecuzione dei lavori. Brescia Mobilità provvederà ora a valutare la nuova situazione e ad adottare le scelte conseguenti e più opportune».

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