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lunedì 14 settembre 2009

L’ombra delle minacce dietro il rogo del fienile

Bresciaoggi 
Giovedì 10 Settembre
GUSSAGO.
L’azienda agricola è da anni bersaglio di atti vandalici. Solo grazie al duro lavoro del 115 le fiamme non si sono propagate al vicino bosco
Restano ben pochi dubbi sull’origine dolosa dell’incendio divampato nella cascina Quarone Alto
 
20.50 quando alcuni abitanti di Civine hanno visto innalzarsi delle fiamme. In quel momento in cascina non c’era nessuno: una ventina di minuti prima, infatti, dopo una giornata di lavoro, Luciano Cittadini, uno dei titolari dell’attività di allevamento e produzione di latte e formaggi, era sceso a Gardone Valtrompia. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco di Brescia, di Gardone Val Trompia e la Protezione civile di Gussago che si sono alternati tutta la notte sul focolaio. Le operazioni di spegnimento si sono rivelate molto complesse anche a causa della strada, stretta e tortuosa che porta alla cascina. Una circostanza che ha reso difficoltoso l’accesso ai mezzi dei pompieri che, tra l’altro, non avevano altra possibilità di rifornirsi di acqua che scendere a valle. I Vigili del fuoco hanno immediatamente cercato di circoscrivere le fiamme per evitare che si propagassero alla struttura della cascina o al terreno circostante che, arido per la mancanza di precipitazioni, avrebbe fatto da facile esca al fuoco. Gli operatori del 115 hanno dovuto isolare anche la cisterna del gasolio che scalda l’azienda agricola pericolosamente vicina al rogo. L’incendio alla fine è stato domato anche se il fienile, una struttura di 200 metri quadrati nella quale era stato stivato il foraggio per nutrire la decina di capi dell’allevamento del Quarone Alto è andato completamente distrutto.
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Venerdì 11 Settembre 2009
GUSSAGO.
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Qualcuno ha scorto con il binocolo delle persone fuggire dal fienile dove sarebbero state appiccate le fiamme. Il titolare dell’azienda accusa i cacciatori
Incendio in cascina spunta un testimone
Mentre alla cascina Quarone Alto prosegue l’inventario dei danni, le indagini sull’incendio divampato martedì sera a Gussago potrebbero essere alla svolta. Da un presunto testimone potrebbero infatti arrivare indizi decisivi per risalire ai responsabili del rogo. Restano infatti davvero pochi dubbi sulla natura dolosa delle fiamme che hanno costretto i Vigili del fuoco a lavorare per quasi venti ore. Un intervento reso impegnativo dalla difficoltà di raggiungere la zona, particolarmente impervia, che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia. Quando le prime squadre del 115 sono giunte sul posto, la preoccupazione principale è stata isolare l’incendio per impedire che potesse propagarsi al bosco. Con il terreno arido per la mancanza di pioggia si rischiava che le montagne tra Gussago e la Valtrompia si trasformassero in un gigantesco rogo, come sta accadendo in questi giorni in Liguria. Così, sono passati parecchi minuti prima che i Vigili del fuoco controllassero la cisterna del gasolio utilizzato per il riscaldamento della cascina, pericolosamente vicina al fienile in fiamme. Il serbatoio, pieno di carburante che aveva ormai raggiunto una temperatura allarmante, avrebbe potuto trasformarsi in una bomba. Nelle prossime ore i tre soci che portano avanti l’attività di allevamento e produzione di latte e formaggi sporgeranno denuncia ai carabinieri di Gussago. «Ci rivolgiamo alle forze dell’ordine senza grandi speranze - ammette sconsolato Luciano Cittadini, uno dei titolari dell’azienda agricola -. Negli armadi della procura languono i fascicoli sugli atti vandalici di cui siamo stati vittime in questi anni ma non si è mai risolto nulla». Gli allevatori non hanno dubbi: «Dietro l’escalation di danneggiamenti sfociata nel rogo - ripete Cittadini - c’è qualche cacciatore irresponsabile». Il rapporto a dir poco difficile fra l’azienda agricola e le doppiette è stato certificato dalla decisione della Provincia di ampliare a 250 metri (contro i 150 fissati dalla legge) il raggio del perimetro attorno alla cascina in cui è vietato cacciare per motivi di sicurezza. «Ma temiamo - osserva Cittadini -, che proprio il giro di vite possa aver spinto qualche cacciatore privo di scrupoli ad appiccare le fiamme». Per dare corpo ai sospetti dell’allevatore bisognerà attendere l’esito delle indagini che ripartono, si diceva, da un testimone. Martedì sera la persona che ha lanciato l’allarme telefonando al 115, si trovava in una posizione di osservazione privilegiata. Dopo aver allertato i Vigili del fuoco ha atteso l’arrivo delle autopompe osservando l’incendio con un binocolo. Il testimone avrebbe visto alcune persone munite di pila elettrica allontanarsi in fretta dal fienile e salire su un Suv grigio che sarebbe partito in direzione della Valtrompia.
C.MAR.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bene, esempio di civiltà contadina delle nostre parti.
Partiamo dal "signore" agricoltore che ha chiesto piagnucolante al comune , e in alcune situazioni, provveduto egli stesso a cementificare parte delle mulattiere che portano ai suoi poderi (sotto il ricatto "altrimenti non allevo più"); nulla importa che si devastino strade secolari che vanno perdute per sempre o che si consenta il transito su strade che dovrebbero essere chiuse al traffico.
Ricordo che solo fino a 5 anni fa tutta la zona, Quarone / Sella dell'OCA, NON era invasa dalle colatine di cemento che ora contraddistinguono gli unici passaggi percorribili.
Passi pure che tanto l'agricoltore che i ben noti cacciatori locali dispongono di potenti SUV capaci di arrivare fino alle pendici del K2.
Altro aspetto della vicenda ha visto i presunti cotendenti sbarrare almeno 10 sentieri per non consentire ai molesti camminatori di accedere a zone ora adibite a pascolo dall'uno, ora a roccolo (o campo "minato" di archetti) dagli altri.
Ciò che sconcerta della vicnda è che tanto gli uni quanto gli altri reclamano un uso esclusivo del territorio e infrangono regole pur di poter modificare il suddetto a favore delle proprie attività!
A proposito meriterebbero 3 parole le casette abusive della zona... una delle quali sorte a maggio e da me segnaleta ai vigili e all UT del comune.
Questa casetta i prossimità delle civine è stata costruite in legno e cemeto da un simpatico abitante che periodicamente chiude, con rami e fronde, la stardina prospicente alla sua DACIA che collega le Civine con gli acquilini.
Per i solerti vigili è tutto ok, la stada è sempre sgombre, un'ordinanza è stata esposta e... la casetta... quale casetta....? MAI vista nessua casetta a dir loro... ne scopriremo l'esistenza al prossimo condono PADANO... vero sig. Sindaco?