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giovedì 17 dicembre 2009

Scuole dell’obbligo: la mappa della città

Giornale di Brescia

16.12.2009

Mentre non si esclude un rinvio del termine per le iscrizioni in attesa dei regolamenti attuativi per le Superiori rinnovate
Tutte le novità da settembre 2010
Non è escluso uno spostamento in avanti del termine per le iscrizioni all’anno scolastico 2010/2011. Lo lasciano intendere - a maggior ragione dopo la decisione del Consiglio di Stato (vedi articolo sopra) - tanto l’assessore alla Pubblica istruzione della Provincia, Aristide Peli, quanto il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Colosio, precisando però che finora non è stata presa alcuna decisione. Né se ne è parlato venerdì scorso, quando è venuta a Brescia Maria Grazia Nardiello, direttore generale per la formazione e l’istruzione tecnica superiore del Ministero dell’istruzione, per intervenire al convegno sulla riforma degli istituti tecnici che si è tenuto all’Istituto «Tartaglia». D’altra parte, la Nardiello ha detto senza mezzi termini che i regolamenti attuativi della riforma saranno pronti in gennaio, confermando così le anticipazioni dei giorni scorsi da parte degli stessi Peli e Colosio. Da quel momento, continua l’assessore, la Giunta provinciale avrà tempo fino alla metà del mese per deliberare il piano di riordino degli indirizzi che ha già fatto discutere per alcune delle novità annunciate. Poi toccherà all’Ufficio scolastico regionale pronunciarsi ufficialmente (nel primo, informale giudizio Colosio ha definito «equilibrato» il piano della Provincia) e infine alla Giunta della Regione concludere l’iter con l’approvazione definitiva.
Quanto tempo per l’orientamento?
Se si considera che il termine per le iscrizioni scolastiche è stato fissato dal Ministero al 27 febbraio, «resterà davvero poco tempo», osserva Peli. Meno di un mese nel quale dovrà svolgersi un’attività di orientamento che quest’anno dovrà informare studenti e famiglie su una scuola completamente rinnovata: i licei che diventano sei - Classico, Scientifico (con il «nodo» da sciogliere dello scientifico-tecnologico: sarà un’opzione dello Scientifico o un liceo indipendente?), Artistico, Linguistico, delle Scienze umane e Musicale e coreutico -; gli istituti tecnici che si distribuiscono in due settori - economico e tecnologico - con 11 indirizzi (tra i quali quell’economico-turistico nel quale dovrebbe confluire l’attuale, diffuso e frequentatissimo Erica, perdendo però la sua specificità; e questo è un altro problema che ci si aspetta sia risolto dai decreti attuativi della riforma); e gli istituti professionali che si trasformano in corsi quinquennali (il tradizionale «tre più due» resta ai corsi regionali), configurandosi come «la vera rivoluzione della riforma», secondo l’assessore alla Pubblica istruzione della Provincia. In attesa dei regolamenti che consentiranno di definire e licenziare il piano provinciale per quanto riguarda il riordino degli indirizzi, la Giunta provinciale ha deliberato sul dimensionamento degli istituti bresciani. E le proposte sono state inviate in Regione, cui anche in questo caso spetta l’ultima parola. Si tratta, in provincia, dell’accorpamento di «Olivelli» e «Putelli» a Darfo e di «Ghislandi» e «Tassara» a Breno; e, in città, dello sdoppiamento del «Gambara» ma non soltanto. Nel dimensionamento, infatti, rientra anche il riordino dei circoli didattici di Brescia - oltre che dei Comuni di Collebeato e Cellatica -, ovvero degli ambiti nei quali sono organizzate le scuole dell’obbligo (ma anche quelle dell’infanzia) della città.
Che cosa succederà con i nuovi circoli?
Pure questo progetto - elaborato dall’Assessorato alla pubblica istruzione del Comune e in seguito approvato dall’Amministrazione provinciale - non ha mancato di suscitare reazioni preoccupate e critiche, nonostante le rassicurazioni dell’assessore Andrea Arcai, del dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Maria Rosa Raimondi e di Colosio. Le ultime sono arrivate dall’attuale XI circolo, i cui insegnanti parlano di «operazione aritmetica» più che pedagogica; e dalla scuola media «Foscolo-Virgilio-Villaggio Prealpino», dove un gruppo di docenti e Ata ha scritto all’assessore per chiedere - tra l’altro - quale sia la più opportuna collocazione della sede Foscolo (che il riordino accorpa all’Istituto comprensivo Centro 2, ndr), posta in una zona di «confine» tra le Circoscrizioni Nord e Centro.
Alcune modifiche anche significative sono state apportate al progetto originario proprio sulla base di sollecitazioni del territorio, ma a questo punto sembra difficile che possa cambiare ancora qualcosa. In particolare, Arcai ha deciso in corso d’opera - come era stato anticipato e come si evince chiaramente dal grafico a destra - di mantenere tre circoli alla Est e, al contrario, di ridurre quelli della Nord da tre a due dopo le segnalazioni relative alla divisione operata sul territorio circoscrizionale dalla Triumplina. Ancora, la scuola elementare «Collodi» è stata accorpata al circolo Centro 2, come chiedeva la circoscrizione Centro. E la media «Lana Fermi» non è più stata divisa.
Resta ora da vedere che cosa accadrà da un duplice punto di vista: quello delle dirigenze, che - essendosi ridotto il numero degli ambiti - passeranno da 18 a 14; e quello del corpo docente. Infatti l’accorpamento di alcune scuole nei nuovi ambiti lascia prevedere che possano aprirsi margini di mobilità degli insegnanti - su richiesta di trasferimento - all’interno degli stessi circoli.
Francesca Sandrini

La maestra: «Qualche rischio per la continuità didattica»
Non solo in città è sentito il problema del passaggio a un nuovo assetto organizzativo dell’istruzione. Angela Sabattoli, insegnante di scuola primaria a Gussago e rappresentante eletta nel Consiglio di circolo, si prepara ad affrontare il processo di «verticalizzazione» che porterà le elementari del Comune dell’Ovest bresciano ad unirsi con la locale scuola media in un istituto comprensivo, rinunciando alla collaborazione che si era stabilita con gli insegnanti della scuola primaria di Cellatica, destinata ad unirsi con le elementari di Collebeato. «Aspettavamo questo passaggio, che facilita la continuità didattica: oggi si fa fatica a stabilire un vero collegamento con la scuola secondaria di primo grado - dice l’insegnante - e per gli alunni il passaggio comporta difficoltà. Spiace però dover lasciare colleghi con i quali si è lavorato finora. Un certo disagio ci sarà: agli insegnanti verrà proposta un’opzione tra rimanere nella scuola attuale e passare ad un’altra e questo potrà comportare una perdita di continuità per i bambini, con il venir meno della figura dell’insegnante che li ha seguiti finora. La segreteria sarà tenuta a sua volta a riqualificare il suo lavoro, assumendo mansioni nuove. Affrontiamo la sfida serenamente, ma ci saranno diverse problematiche da risolvere. Nel nostro Consiglio ci si è lamentati per la fretta con cui è stato annunciato un passaggio, che pure si aspettava da anni e abbiamo rivolto una sollecitazione ai Comuni, perché coinvolgano la cittadinanza in un percorso da condividere, perché siamo di fronte a un cambiamento importante».
La maestra Sabattoli, che fa parte del Consiglio generale della Cisl Scuola, ha avuto modo di cogliere le difficoltà più avvertite nel mondo dell’istruzione e parla dell’esigenza di «tener conto del numero degli alunni, nella creazione degli istituti comprensivi, in modo da bilanciare il compito assegnato alle singole istituzioni scolastiche».n.

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