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sabato 25 aprile 2009

IL 25 APRILE


In questa importante giornata anche da noi si sono celebrate cerimonie e manifestazioni, è stato bello vedere la partecipazione della gente e spero anche la voglia i non dimenticare il sacrificio di tanti che ci ha permesso di arrivare sino a qui. Ai comunque troppi che credono che la guerra civile in Italia non sarebbe stata necessaria perchè in fondo anche Mussolini qualcosa di buono lo ha fatto lascio la bella risposta, data un giorno da Vittorio Foa al senatore ex fascista Pisano' , che gli aveva detto: "Siamo pari perche' tutti e due abbiamo difeso, se pure da parti opposte, la nostra patria". Rispose Vittorio: "Con questa differenza: che siccome abbiamo vinto noi lei e' diventato senatore, mentre se aveste vinto voi, avrei continuato a restare in galera".
Credo non serva aggiungere altro.
Rossella

4 commenti:

Romolo ha detto...

Io ero a Collio a parlare in rappresentanza dell'ANPI ed anche lì c'è stata una buona partecipazione. E' stata un'esperienza bellissima, non solo perchè era la mia prima uscita ufficiale fuori dai confini gussaghesi, ma soprattutto perchè ho conosciuto i parenti dei partigiani uccisi dai fascisti. La loro cortesia e commozione mi ha colpito moltissimo, come i ringraziamenti per aver citato non solo i nomi, ma anche i ricordi di chi ha veramente vissuto il martirio per la libertà della nostra Italia. Ho avuto la conferma dell'importanza di quello che ho fatto, anche nel mio piccolo, il ricordo va tramandato senza se e senza ma. Dobbiamo fare scudo contro il revisionismo strisciante oggi tanto in voga tra i post-fascisti che ci governano. I repubblichini erano, sono e saranno per sempre solo assassini. La guerra di Liberazione non fu guerra civile, ma fu guerra per la libertà e la democrazia ed i Partigiani furono il braccio da cui nacque la nostra Repubblica e la nostra Costituzione. Oggi c'è troppa voglia di dimenticare, di confondere, di trasformare valori fondamentali in qualunquismo. Vogliono portare il popolo all'indifferenza. Invece noi dobbiamo essere partigiani, vivere veramente, essere cittadini, perchè la storia è l'intelligente opera di un popolo. Impegniamoci a ricordare ai nostri figli che se oggi sono liberi di parlare e di pensare lo devono ai Partigiani che hanno sacrificato la loro vita per noi abbattendo una delle più feroci dittature europee: quella nazi-fascista. La libertà, purtroppo, non è stato un regalo piovuto dal cielo, qualcuno l'ha conquistato per noi.

Mauro Caliendo ha detto...

Davvero credo che ci sia poco altro da aggiungere, anche dopo le belle considerazioni di Romolo.

Anonimo ha detto...

Non vorrei indossare l'ingrata veste del Bastian Contrario, specialmente nel commentare una ricorrenza così gloriosa come la Festa della Liberazione, tuttavia devo confessare di aver ascoltato con più di una perplessità alcuni passaggi del discorso tenuto a Gussago dall'oratore ufficiale, il segretario Cisl Renato Zaltieri.
Forse sono incorso in fraintendimenti o equivoci puramente nominalistici, però ancora una volta occorre porsi il quesito - sempre che abbia ben compreso e interpretato il senso delle argomentazioni pronunciate da Zaltieri - se possa essere ammissibile qualsiasi richiesta di "onorare" (questo il verbo utilizzato, se non erro, dall'oratore) assieme ai partigiani, alle vittime innocenti delle rappresaglie, alle vittime dei lager, eccetera anche i caduti a difesa della Repubblica Sociale.
A tutti i morti è dovuta da parte di chiunque la pietà umana, di questo sono convinto.
Pietà e dolore estesi anche a tutti coloro i quali, pur estranei alla lotta, ne furono coinvolti e ne soffrirono le inevitabili, tragiche conseguenze.
Ma l'onore, la gratitudine profonda, il rispetto per l'esemplarità del comportamento secondo me possono tributarsi esclusivamente a quanti scelsero di combattere fino alla morte per difendere la propria e l'altrui libertà dal tallone nazifascista.
In questo senso mi hanno invece piacevolmente sorpreso le insolite e benaugurali affermazioni proclamate del Presidente del Consiglio durante le celebrazioni del 25 aprile (il cui nome però va benissimo così com'è ora!).
Non mi interessa qui approfondire il merito delle accuse di opportunismo lanciate contro la 'svolta' politica del premier, poichè sarà sufficiente, sotto questo punto di vista, attendere qualche giorno, qualche settimana al massimo, per verificare se davvero il governo onorerà l'impegno di far ritirare ai firmatari il disegno di legge presentato alla Camera dall'on. Barani il 23 giugno 2008.

Mauro Caliendo ha detto...

Un 25 Aprile condiviso?......Mah!, facciamo 12,5 a testa?:-))