Credo sia giusto ricordare il fatto dell'antenna di telefonia al Polivalente, perchè fu un problema che coinvolse centinaia di persone. Infatti in pochi giorni, il comitato contro l'antenna che si costituì in quel periodo, raccolse più di seicento firme di gussaghesi che si opponevano al provvedimento deciso dall'amministrazione comunale. Poco tempo dopo il Sindaco tenne un'assemblea pubblica, dove intervennero anche i membri del comitato, durante la quale fece una promessa: la richiesta all'Arpa di installare una centralina di controllo delle emissioni elettromagnetiche, al fine di verificare puntualmente i valori delle stesse.
Da allora sono trascorsi due anni e della centralina non c’è traccia. Nessun controllo è stato fatto e qui mi chiedo: cosa hanno subito i gussaghesi che frequentano il polivalente? I bambini che quotidianamente ci giocano?I residenti della zona?
E quanto dovremo aspettare ancora affinchè, come promesso, questi dati siano disponibili ?
Aggiungo una nota di riflessione ai concittadini: una delle proposte alternative di alcune forze politiche per l'installazione dell'antenna era sopra il magazzino comunale (area Caporalino) in quanto a debita distanza dalle abitazioni. Guarda caso proprio l'area che oggi è in vendita per comperare Sella dell'Oca.
Romolo
N.B. Due anni fa scrissi una lettera al Giornale di Brescia che allego come promemoria per chi non avesse seguito la vicenda dagli inizi (articolo Antenne).
20 commenti:
Un'osservazione, la distanza tra l'attuale posizione dell'antenna e le prime case a nord del centro sportivo è la stessa se non inferiore che esiste tra l'area del magazzino comunale e le prime case ad est della struttura.
L'attuale posizione dell'antenna garantisce circa 110-120 m di distanza dalle prime abitazioni. Supponendo di porre l'antenna al centro dell'area adibita a deposito comunale la distanza dalle prime abitazioni risulterebbe intorno agli 80 metri circa.
Quindi che si fà? L'antenna dove andava installata? E' lo stesso discorso che si fà con le discariche, meglio ad altri che a me.
Vogliamo i cellulari?Allora ci prendiamo anche l'antenna..
Per quanto riguarda i "danni fisici", non conosco gli effetti che può comportare un' antenna del genere sul corpo umano quindi non mi permetto di fare ipotesi. Penso comunque che gli unici interessati dalla questione siano i residenti e non l'utilizzatore medio del centro sportivo polivalente. Questo per un discorso di esposizione.
Se vi può interessare per abbreviare i tempi per un evenutale installazione privata o può interessare al comitato contro l'antenna, al seguente link trovate il tariffario Arpa:
http://ita.arpalombardia.it/ita/console/files/download/54/Tariffario_01_11_07.pdf
Codice dal 07.010 al 07.013, non conosco il tipo di impianto.
Il problema a mio avviso, non è tanto nella collocazione e nemmeno sui danni fisici (anche se subito dopo l'installazione, vuoi per una coincidenza, una persona residente nella zona ha immediatamente avuto problemi ad un pacemaker) ciò naturalmente se tutte le norme previste vengono rispettate. Però, dato che i servizi vengono erogati da aziende private, sapendo come girano le regole dei businnes e i costi che debbono sostenere, non è escluso ad esempio, che in caso di carenza di campo radio, aumentino senza tanti scrupoli la potenza dei ripetitori superando le soglie di sicurezza previste, oppure che le antenne non siano perfettamente accordate generando onde cosiddette "spurie" e quindi nocive.Il sistema di monitoraggio penso sarebbe una garanzia in tal senso e forse metterebbe d'accordo un pò tutti. Cmq gli effetti delle onde elettromagnetiche sono abbastanza pesanti, si parla di leucemie..
Si, son d'accordo! Il monitoraggio è la garanzia che chi gestisce l'antenna non faccia scherzi!
Per quanto riguarda gli effetti, ho fatto un giro su vari siti: in alcuni viene fatto del terrorismo, bastano 5 minuti di lettura e si corre il rischio di vendere tutto (router, pc, cellulare, autoradio, forno a microonde ecc..)
Altri invece più rassicuranti:
http://www.mvpnetwork.it/attualita/telecomunicazioni/studio-sui-malesseri-da-antenne-cellulari.html
Non è solo una questione di "scherzi" che l'antenna potrebbe fare, di fatto (benché il nostro ordinamento non si sia ancora adeguato alle leggi sul principio precauzionale - per cui non si proibisce di fare qualcosa se non si è più che certi che questa stessa cosa sia dannosa per l'uomo -) s'è visto, nelle recenti ricerche condotte in altri paesi, che i danni maggiori provocati dall'inquinamento elettromagnetico non sono da valutarsi nell'effetto immediato (tipo il mal funzionamento di un pacemaker) ma sono da monitorare a lungo termine (vedesi aumento di patologie cancerogene fra cui la leucemia infantile).
Pertanto, direi che sarebbe opportuno non inquinare un'area ove giornalmente e sicuramente, gli avventori (soprattutto i bambini) sostano almeno per un paio d'ore (fra palestra, campo di calcio e parchetto annesso). Un centro sportivo, ragionando a lungo termine, mi pare sicuramente il luogo meno adatto.
E' anche per questo concetto precauzionale che ad esempio è stato rimosso l'amianto dai treni, anche in quel caso l'esposizione giornaliera era minima, ma su un pendolare che giornalmente ne veniva a contatto anche per poche ore al giorno, è stato altamente nocivo; e ci sono voluto oltre 100 anni affinché ne fosse recepita la pericolosità.
PS per Nicola.
Lo studio che hai postato riguarda i malesseri "immediati" causati da RADIOFREQUENZE (per esempio dai telefonini) tant'è che le persone testate sono state sottoposte ad esperimenti in presenza di elettrodomestici vari (poi lo Staff di MVPNetwork NATURALMENTE ne ha fatto una libera traduzione).
Diverso è invece studiare i danni provocati a "lungo termine" dai CAMPI ELETTROMAGNETICI(generati dai tralicci e dai ripetitori) sui cui, la comunità scientifica, si è espressa in termini assolutamente chiari e non certo rassicuranti (e trovi indicazioni e studi precisi sul sito dell'Organizzazione Mondiale della Sanità).
Per altro, come dicevo sopra, non è la popolazione intera ad essere in pericolo ma soprattutto i bambini, perché queste ricerche hanno dimostrato un aumento sensibile delle patologie "sospette" proprio in quest'ultimi.
ok..L'antenna dove andava installata allora? Ripeto!! E' lo stesso discorso che si fà con le discariche, meglio ad altri che a me.
Vogliamo i cellulari?Allora ci prendiamo anche l'antenna..
Non in un polivalente frequentato sicuramente da una popolazione di bambini più elevata che altrove, questo di per certo.
Tu citi le discariche, anche quelle hanno dei vincoli ambientali per cui non possono essere fatte in taluni luoghi (a ridosso delle falde acquifere, ad esempio) piuttosto che in altri.
Comunque adesso pare che avremo le nostre belle centrali nucleari, indi, che ce frega di un ripetitore?
Sono contento che il mio pezzo abbia scatenato un bel scambio di idee, vi assicuro che non sempre è possibile. Mi sembra giusto dare delle risposte a Nicola: l'estensore del piano non ha potuto scegliere altri siti perchè il Comune aveva posto come vincoli che le aree fossero di proprietà del Comune stesso (che per inciso prende degli affitti dalle compagnie telefoniche). Io credo che un'amministrazione saggia debba saper scegliere di prendere un'affitto in meno se questo vuol dire salvaguardare la salute di qualsiasi persona, piccola o grande che sia. Forse un sito privato nella zona di Casaglio sarebbe stato meno impattante del sito all'interno dell'unico polmone verde che i gussaghesi hanno lì.
Romolo
L'antenna non è in una posizione casuale, ma strategica dal punto di vista radio. Anche affidando la gestione a privati la richiesta sarebbe stata in un area adiacente al centro sportivo.
Oltretutto mi sembra paradossale lasciare in gestione a privati l'antenna proprio per tutto quello che è stato scritto fin'ora. Un privato ha la libertà di poter gestire i rapporti con le compagnie telefoniche come gli pare e piace.
Dal punto di vista del controllo è meglio che la gestione sia del Comune, inoltre meglio che sia il denaro pubblico a crescere più che quello del singolo cittadino. O sbaglio?
L'antenna è nell'unica posizione possibile visti i vincoli definiti dall'amministrazione comunale, risposta datami dall'ingegnere estensore del piano.
Secondo me era possibile dare invece i seguenti vincoli: 1)divieto antenne vicino siti sensibili; 2)siti di proprietà del comune se punto 1 rispettato.
Il comune ha i mezzi per imporre il rispetto delle regole ai privati per opere cosidette primarie dalla legge.
Tu costruiresti, per esempio, una centrale nucleare a Gussago se lo stato riempisse le casse comunali? Io NO!
Comunque mi sembra che ci stiamo allontanando dal fatto che volevo rendere evidente: dopo ben DUE ANNI le promesse NON SONO STATE MANTENUTE! Ripeto: la salute dei gussaghesi vale meno di qualche decina di migliaia di euro? Ognuno risponda con la propria coscienza.
Romolo
Rilevo con interesse che siamo di fronte ad un tema che ci scalda: questo è un catalizzatore per la nascita di un dibattito politico a Gussago!
Aggiungo il mio punto di vista: pensate se il governo decidesse di mettere nel territorio di Gussago una centrale nucleare!
Tutti le vogliono, ma nessuno le vuole ospitare! Su una cosa gli italiani sono d'accordo, però: mandare le scorie a Lampedusa!
Appunto! Avere la centrale a Nizza o averla a Gussago in caso di incidente non cambia nulla purtroppo. Siamo tutti nella...Però intanto compriamo l'energia nucleare dalla Francia
Ma lasciando perdere il discorso nucleare, bisognerebbe analizzare il futuro che può avere o meno la questione.
Scrivi: "Ripeto: la salute dei gussaghesi vale meno di qualche decina di migliaia di euro? Ognuno risponda con la propria coscienza."
La salute dei gussaghesi non è stata venduta per "pooche" decine di migliaia di euro. Si discute il fatto che non ci sia un mezzo per fare un controllo delle emissioni, ma al momento dell'installazione le emissioni dell'antenna erano ampiamente entro i limiti di legge.
Comunque sono d'accordo su un controllo periodico delle emissioni. Basterebbe ricordare la promessa, in campagna elettorale sono tutti più buoni :D
Il controllo se deve essere efficace non può essere periodico ma costante, in alcune realtà dove l'ellettrosmog è stato studiato con VIA serie, il comune ha provveduto a far installare centraline, sotto il suo controllo e a spese dei gestori telefonici.
Devo precisare a Nicola che avere una centrale nucleare nel comune di residenza ti toglie la salute anche senza incidenti; questo è un fatto documentato in tutte le nazioni. Le radiazioni nucleari non le tieni neanche con le muraglie di cemento armato: dopo venti anni di bombardamento anche i sarcofagi delle centrali iniziano a rilasciare radiazioni che durano per milioni di anni. Fai un po' tu...
Secondo me bisogna imitare la direzione politica della Germania e non quella della Francia. La Germania sta cercando di dismettere le sue centrali entro il 2020;
ma questo non lo dice nessun mezzo di (dis)informazione nazionale. Se la Francia sbaglia mettendo a rischio la salute di tutta l'Europa, noi non dobbiamo imitarla!
Imitiamo la Germania nelle scelte energetiche e politiche, piuttosto!
In qualche modo, vorrei dare anch'io il mio contributo, o forse, molto semplicemente diciamo che non me la sento di “lasciarla cadere”, ma nel contempo, vorrei riuscire in qualche modo a dare un valore aggiunto alla discussione astenendomi da una parte dal dare un giudizio di carattere tecnico (dato che non sono radiotecnico) e dall'altra astenendomi dalla lite “di cortile” che si stà sviluppando.
Ritornando al punto,sono ormai quasi due anni che l'amministrazione comunale ha formalizzato l'ormai famoso piano di localizzazione delle stazioni radio base per telefonia, piano per il quale sono state stabilite le regole di collocazione sul territorio, canone, livello di emissione e sviluppo futuro.
Di fatto questo non è stato, come potrebbe sembrare dall'apparenza, una visione lungimirante ma piuttosto un correre ai ripari velocemente in merito ad una situazione che stava sfuggendo al controllo. In effetti, sul notiziario di Gussago Insieme di aprile 2004 (quindi molto prima che venisse trattata la questione) in un trafiletto, si esaltava il fatto che sul territorio gussaghese non si sarebbero installate antenne telefoniche principalmente per due motivi: il primo, che non sono ancora noti gli effetti delle onde elettromagnetiche sull'uomo, il secondo che per una questione di principio non interessavano i guadagni propinati dai gestori telefonici; sempre nel trafiletto poi si faceva riferimento anche ad un presunto regolamento comunale che comunque metteva a riparo da eventuali installazioni di gestori comunque intenzionati a collocarsi sul territorio, naturalmente anche questa si è poi rivelata un'inesattezza in quanto personalmente ho chiesto informazioni presso gli uffici competenti del comune ove mi è stato confermato che non esisteva alcun specifico regolamento in merito. Poi, penso sono avvenuti due fatti che ritengo abbiano iniziato a far cambiare la rotta : il primo (a mio avviso ben noto al Sindaco), in via Galvani, non più tardi di 15-20 giorni dall'uscita del notiziario, è iniziata l'installazione di un nuovo palo per telefonia mobile, del quale poi sono stati sospesi i lavori per essere completati con grande velocità il giorno dopo l'esito elettorale. Il secondo fatto, riguarda l'antenna di via Genova, ben documentato da Romolo, pertanto non mi soffermerò sulla cronologia dei fatti, però rammento e sottolineo che a differenza di via Galvani, qui si è costituito un comitato abbastanza agguerrito, sostenuto se non ricordo male dalla sinistra oggi considerata radicale, di circa 600 cittadini.
Da qui penso sia nata la necessità di trovare una soluzione, che potesse in un certo senso mettere ordine e nel contempo dare risposta ai comitati. Quindi, sull'esempio di alcuni comuni italiani che stavano trattando l'argomento, in particolare se non ricordo male quello di Udine, si è pensato di risolvere la situazione dotandosi di un piano che regolamentasse la materia. In effetti, l'idea non è poi così male, anzi se facciamo un passo indietro, nel 2006/7, debbo dire che in linea di principio potrebbe essere corretta, ci metto il condizionale e ne parliamo poi dopo. Detto ciò, si è incaricata una ditta specializzata (se non ricordo male la stessa che elaborò il piano di Udine) che si fece i suoi studi ed elaborati fino alla redazione del piano definitivo.
A conclusione del lavoro però, l'iter burocratico prevedeva che vi fosse un'assemblea pubblica di presentazione alla popolazione, ciò naturalmente anche a condivisione del piano, che però (perdonami Nicola, ma è verità, e la cosa si ripete spesso) ebbe una scarsissima partecipazione in quanto pubblicizzata soltanto da un paio di francobolli in piazza e da un'sms massivo dove comunque si parlava di antenne senza spigare piu di tanto, ma dubito che i più sapessero di che si trattasse. Comunque nonostante i pochi presenti (se non ricordo male circa una decina di persone perlopiù del comitato di via Genova oltre ad una nutrita schiera di consiglieri con i loro parenti) emersero molti dubbi, domande e in particolare due richieste per le quali il Sindaco promise di risolvere con personale impegno: la prima di spostare velocemente l'antenna di via Genova, la seconda di installare delle stazioni di monitoraggio in continuo a garanzia che i gestori non facciano i furbi, in quanto anche a detta del tecnico che conduceva la serata, è accertato che le potenze di queste stazioni sono modificabili anche da remoto e per brevi periodi, ad esempio nei momenti di picco d'utilizzo nelle ore di punta, oltretutto questo, cioè il supero della soglia è l'unica condizione per la quale ad un gestore può essere revocata immediatamente la concessione.
E' chiaro però che un sifatto piano confezionato e poco diffuso generasse incomprensioni e malumori, di qui sul piano delle antenne è stato detto di tutto e di più: dalle autorevoli voci di tecnici e addetti ai lavori, a quelle di cittadini che hanno fatto proprio il problema nei termini condizionati dalla loro personale sensibilità e preparazione, fino alle voci meno disinteressate di politici che hanno sminuito le ragioni della protesta come se, l’insediamento di numerose stazioni radio-base, con il rischio sanitario e l’impatto ambientale conseguenti, fosse un problema di secondaria importanza rispetto all'utilizzo ormai indispensabile dei telefonini. Di fatto la questione tecnico-economica risulta ormai chiusa, ma quella morale nei confronti dei cittadini, non lo è affatto sopratutto ad oggi le promesse non sono state mantenute disattendendo oltretutto (parlo di via Genova) i criteri stessi che l'amministrazione ha fissato nel suo regolamento, di ciò naturalmente il Sindaco ne è a perfetta conoscenza, tanto che proprio la scorsa settimana ha ritenuto opportuno dichiararlo sul giornale di Brescia (suo blog personale :-))) con un'articolo sull'argomento dove esprime la propria impotenza sullo spostamento perchè ciò dipende solo dalla volontà del gestore.
Per coloro che non sono ben informati sulla vicenda, ricordo che con il piano di localizzazione, sono state individuate delle aree di proprietà comunale su cui fare sorgere le strutture e ogni palo può essere condiviso da più gestori (e quindi ospitare più antenne, soluzione che dovrebbe adottare Telecom per lo spostamento di via Genova appunto).
Ritornando al piano comunque, al comune viene erogato il canone di locazione stimato in circa 14.000 euro/anno per ogni stazione, dovuto per l'occupazione del suolo pubblico occupato dalle strutture, ma il dato complessivo non è noto ai più e personalmente ritengo che sarebbe più che legittimo che a questo punto i cittadini conoscano una volta per tutte quale sia il ritorno economico di questa importante operazione sopratutto per evidenziarlo alla collettività che subisce la presenza delle stazioni radio-base.
Personalmente comunque non ho apprezzato l'evidente atteggiamento impositivo e di chiusura dell'amministrazione che ha chiuso a gran fretta la questione forte del fatto che quanto svolto sia inopinabile e unica soluzione con la sensazione che il pensiero sia quello che “qualcuno deve farsi carico dei problemi della popolazione” frase di sherwoodiana memoria dove la leggenda rammenta che l'eroe perequava i beni secondo personali criteri, ciò naturalmente lo si riscontra anche nel fatto che tale piano non è entrato in diffusione locale ma bisogna richiederlo a titolo personale presso gli uffici comunali e quindi vien da pensare: cosa c'è da nascondere?.
Comunque, questi aspetti, richiederebbero una trattazione a parte, tale è la complessità e allo stesso tempo la semplicità della vicenda. Come cittadino martellato da informazioni, versioni e sospetti, mi sono fatto un’opinione di quello che c’è dietro a bugie e verità ufficiali e dietro bugie e verità ufficiose e al di là di tutto lascio che ognuno tragga le sue conclusioni liberamente. Ma consentitemi almeno alcune mie riflessioni.
La prima riflessione riguarda l’anomalia per cui è l’amministratore a sostituirsi al gestore ed in particolare al progettista dell'antenna e a decidere, sulla base di considerazioni ingegneristiche proprie dove posizionare i siti senza conoscerne le caratteristiche tecniche ma basandosi soltanto su ipotesi di utilizzo di certi tipi di antenne (non vengono citati nel regolamento ne tipi ne modelli). Poi il piano di localizzazione delle antenne non individua i siti ai gestori ma le loro possibili localizzazioni nelle quali i gestori possono scegliere, quindi ad oggi non sono tutte impegnate,ma poiché le aree pubbliche individuate sono solo otto saranno tutte interessate dai piani a breve/medio periodo, è evidente che la differenza tra individuazione dei siti e individuazione dei possibili siti è nella forma ma non nella sostanza.
La seconda riflessione riguarda la ragion d’essere che è stata data a questo piano. Si è detto che serviva a regolamentare una situazione di vedeva lo spuntare di antenne indiscriminatamente sul territorio. Su questo punto credo sia stata fatta, in maniera più o meno consapevole, quella che definirei una forzatura, come se il piano delle antenne presentato fosse l’unica alternativa all’antenna selvaggia,mi preme sottolineare che se quella di prima era una situazione sfuggita di mano a chi ci amministra, non era per la mancanza di un piano di localizzazione che pone come obiettivo primario quello della monetizzazione, ma, piuttosto, per la mancata adozione di criteri di accoglienza o non accoglienza delle richieste dei gestori, indipendentemente dalla natura, privata o pubblica, dello spazio destinato all’insediamento degli apparati.
Poi vi sono i limiti di emissione inerenti a questo piano delle antenne: non si ispirano ad un obiettivo di qualità e non si ispirano al principio di precauzione raccomandato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ritiene prioritario non solo il rispetto dei limiti sulle emissioni imposti dalla legge ma anche uno sforzo verso la minimizzazione dei campi elettromagnetici inoltre ci sarebbe anche da rispettare il principio di una equa distribuzione del rischio (alcuni cittadini sono molto più esposti di altri), principio sempre raccomandato dall’OMS.
Invece ci si ispira alla volontà di monetizzare il rischio, sempre ammesso che il vantaggio economico non sia trascurabile come alcuni affermano in quanto poi i problemi sanitari potenziali che la collettività si troverebbe ad affrontare sarebbero probabilmente ben più onerosi.
Per quanto riguarda l’impatto generato dalle emissioni, è difficile, senza disporre dei dati puntuali di ogni radio base, penso che ciò lo sia per qualsiasi progettista, compreso colui che ha redatto tale piano (in particolare sulle potenza di ogni antenna) per poter fare le valutazioni di tipo quantitativo necessarie a fare previsioni sul rischio.
Di certo , si possono fare delle considerazioni di tipo qualitativo sul fatto contrastante dove la tendenza di questo piano è di creare zone di concentramento degli impianti mentre l’orientamento generale e teso a decentrare, anche perchè si stà sempre più diffondendo la preoccupazione della popolazione verso i rischi dell’esposizione ai campi elettromagnetici, tendenza che stà facendo fortunatamente aumentare anche la sensibilità dei progettisti i quali stanno sviluppando soluzioni a basso impatto rappresentate dallo studio delle reti microcellulari utilizzando antenne bassoemissive fissate sui pali dell'illuminazione pubblica o semaforica (si stà effettuando una sperimentazione estesa a Milano da parte di AEM).
Sicuramente quella che ci è stata presentata non è l’unica soluzione possibile come qualcuno vorrebbe far credere: i progettisti hanno a disposizione un discreto numero di soluzioni e si possono ipotizzare molteplici strade per raggiungere l'obiettivo, da tenere in considerazione inoltre che il problema nel breve futuro sarà nuovamente da riconsiderare in quanto la nuova tecnologia Umts ha frequenze di lavoro più elevate e quindi è presumibile che vi sia il raddoppio degli attuali siti previsti.
In conclusione, e perdonatemi se l'ho fatta un po' lunga, ma ritengo che l'argomento è ancora molto sentito, inoltre presenta questioni irrisolte, quindi non sarebbe male iniziare un dialogo con la comunità (e lo chiedo al nostro illustrissimo Sindaco che spero ogni tanto ci legga) con l'obiettivo di aprire un tavolo per riaffrontare con la cittadinanza gussaghese questa spinosa questione e trovare una soluzione che possa chiudere la vicenda in modo condiviso.
Cordialmente Vs.
Stefano
Mi astengo anch'io dal continuare questa "lite di cortile" sui possibili danni alla salute o peggio ancora sul nucleare.
Sono d'accordo su alcuni punti ma non nei modi!
...in un impianto sportivo ci si va saltuariamente due, tre volte a sttimana per un paio d'ore.....a casa tutti, bambini ed adulti ci stanno molto di più, anche solo per dormire....
Per quanto riguarda la centralina di controllo, è vero, ancora non c'è, per "intoppi" burocratici mi si viene a dire (e verificherò). Quello che posso in tutta coscienza dire è che l'amministrazione comunale non ha avuto in questa vicenda secondi fini (Sella dell'Oca o quant'altro!!!)ha semplicemente creduto di fare la cosa migliore possibile, magari sbagliando ma avendo verificato che, per una serie di motivazioni anche giuridiche, l'opzione zero (di indubbio ritorno di immagine, tra l'altro,ed anche in caso di battaglia destinata alla sconfitta!!!)non era in alcun modo praticabile.
Assumersi la responsabilità di una decisione credo sia uno dei principali doveri di chi governa (anche se a livello extracomunale questo spesso non è accaduto).
Penso di essere stato sufficientemente corretto,limitandomi a dare una chiara eposizione dei fatti e una interpretazione personale con proposte volte ad soluzione.Se avessi commesso imprecisioni, vi pregherei di correggermi.
Erogare accuse gratuite sui modi senza sostenerle non è da parte tua corretto e manifesta anche permettimi, un certo campanilismo che non dà alcun valore aggiunto alla discussione.
Diversamente, dò il benvenuto a Gussagoblog al consigliere Caliendo con la speranza che prosegua a partecipare agli interessanti dibattiti, o magari se lo vorrà, a dare un contributo attivo al blog con propri interventi.
Stefano
Stefano, nella chiusura ho omesso di specificare che il commento non era certo rivolto al tuo intervento.
Sorry, ma nn si capiva , poi mi sono fatto prendere un pò la mano anch'io!!
Però cmq è da apprezzare il contributo che tutti stanno mettendo nella discussione, per cui vorrei fare un paio di proposte:
1) Fare un manifesto su GussagoBlog finalizzato a raccogliere e concentrare tutte le proposte e osservazioni
2)Dato che quasi tutti abbiamo skype, fare una call conference (solo audio, oppure se volete pure video), diciamo un'assemblea virtuale sempre mirata a raccogliere proposte e osservazioni
Al termine possiamo anche decidere e condividere come utilizzare tale documento.
Buona giornata a tutti
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